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domenica 5 aprile 2015

Prepariamo il disco con Gparted - seconda parte

Bentornati,
nel precedente articolo abbiamo analizzato le procedure di preparazione di un nuovo disco all'installazione di elementary OS gestendo in maniera manuale il suo partizionamento grazie al tool Gparted.

In questo articolo andremo a ripercorrere i medesimi passaggi ma trovandoci di fronte ad un'installazione su disco SSD.

Come molti di voi sapranno, gli SSD, i dischi a stato solido, hanno portato una vera e propria rivoluzione prestazionale sui nostri computer grazie a velocità di lettura e scrittura impensabili per un disco meccanico, tempi di accesso ridotti pressocchè a zero, avvio rapidissimo del sistema operativo e dei software.

Inizialmente, i primi dischi SSD soffrirono di una certa diffidenza dovuta per prima cosa ad un impatto psicologico notevole, pensare di dover abbandonare un disco vero e proprio e affidare i propri dati ed il proprio sistema operativo  ad un mix di celle di memoria incuteva un certo timore, inoltre l'affidabilità e la durata nel tempo incerta nei primi modelli, unita agli alti costi se raffrontati al disco tradizionale, ne rallentò decisamente la crescita.

Con il tempo, le celle di memoria ed i controller hanno fatto passi da gigante e oggi i dischi SSD dei migliori marchi possono garantire affidabilità e sicurezza per periodi ben superiori alla vita media di un computer, alcuni produttori, Samsung ad esempio, si spingono a dare garanzie anche di 10 anni sui loro ultimi modelli.

Parimenti all'aumento di prestazioni ed affidabilità sono scesi i costi, che rimangono ovviamente più alti di un disco tradizionale considerando il rapporto prezzo/GB, ma scesi abbastanza da diventare una scelta oramai quasi obbligata quando non si hanno necessità di grandi spazi di storage o quando vengono utilizzati per il solo sistema operativo ed abbinati a grandi dischi tradizionali utilizzati per lo storage.

Tutte le distribuzioni GNU Linux sono installabili su SSD permettendo quindi di rivoluzionare spesso le prestazioni di computer non particolarmente prestanti e trasferendo pertanto il "collo di bottiglia" del sistema ad altro e non certo al dispositivo di memorizzazione.

Addirittura, gli ultimissimi modelli, consentono prestazioni che sono al limite o lievemente migliori di quelle fornibili dall'interfaccia di connessione, oggi la più performante è la Sata III rendendola nei fatti obsoleta, infatti nuove interfacce si stanno affacciando sul mercato per sopperire a questo possibile gap e sfruttare al meglio le nuove tecnologie.

Dopo questa noiosa premessa, vediamo come cambia all'atto pratico la preparazione del nostro nuovo SSD che dovrà ospitare la nostra elementary OS.

Swap

La partizione di swap, che viene creata, automaticamente o manualmente quando installiamo elementary OS è, come sempre spiegato in maniera estremamente semplice, una porzione di memoria RAM aggiuntiva che risiede sul disco fisso.

All'atto pratico, se il nostro computer dispone di 1 GB di Ram, nulla accade fino a che il nostro consumo di risorse rimane entro questo limite ma, come sappiamo bene, utilizzare nello stesso tempo Firefox, magari con molte schede aperte contemporaneamente, la posta elettronica etc può facilmente far superare questo limite, per impedire che i programmi o il sistema operativo possano bloccarsi interviene la RAM aggiuntiva della partizione di swap.

Ovviamente, la differenza prestazionale è notevole, un disco fisso non sarà mai veloce quanto un modulo RAM nel trasferimento dei dati, questo porterà certamente ad un probabile rallentamento dell'applicazione o dell'intero sistema operativo.

Il fatto di accedere continuamente, e ovviamente sia in lettura che in scrittura, alla memoria swap, non crea alcun genere di problema ad un hard disk tradizionale mentre può essere fonte di rallentamento nelle prestazioni nel caso dei dischi SSD.

Fortunatamente abbiamo a che fare con un sistema operativo notoriamente poco "assetato" di risorse e con il fatto che oggi, ma già da qualche anno, tutti i computer, che si tratti di desktop o notebook, dispongono solitamente di notevoli quantitivi di memoria RAM preinstallata dato che i sistemi operativi proprietari ne richiedono molta,  utilizzando GNU Linux questa quantità di memoria diventa talmente abbondante da non rendere più necessaria la creazione di una partizione di swap.

Così facendo ridurremo notevolmente gli accessi al nostro disco SSD mantenendone invariate le prestazioni nel tempo.

Quindi cosa cambia?

Poco, rispetto alla procedura di preparazione che abbiamo adottato per disco tradizionale cambia solamente che NON dovremo procedere alla creazione di una partizione di swap.
Creeremo pertanto la sola partizione dedicata ad elementary OS  e l'eventuale partizione dati che consiglio di creare solo a chi non dispone di un disco destinato allo storage.

Cambierà che in fase di installazione l'installer si accorgerà della mancanza della partizione di swap, vi avviserà chiedendovi se dovrà provvedere a crearla o se procedere senza di essa, opzione che ovviamente dovremo scegliere.

Finita l'installazione?

Terminata l'installazione e dopo il riavvio resterete sbalorditi dalla differenza di velocità di avvio rispetto al vecchio disco ma non abbiamo ancora finito, per ottimizzare al meglio il sistema operativo e istruirlo correttamente sul comportamento da tenere con il nostro disco ci mancano ancora un paio di passaggi.

Dovremo andare ad abilitare il TRIM (comando che procede alla cancellazione immediata e fisica dei dati non più necessari nelle celle di memoria) aggiungendo un paio di funzioni di default non attivate, che serviranno a ridurre ancora gli accessi al disco e a gestire in maniera più efficente i dati cancellati e non più necessari.

Come al solito, data la semplicità di questo blog, per ora non mi spingerò in noiosi trattati tecnici, vi fornirò solo le istruzioni da seguire, semplici alla portata di tutti, per prima cosa ci affideremo al nostro terminale grazie al quale apriremo il file manager con poteri di amministratore digitando

sudo pantheon-files

Una volta aperto il file manager rechiamoci su file di sistema/etc, all'interno della cartella etc andremo a cercare il file fstab che dovremo aprire con l'editor di testo Scratch

Probabilmente il vostro file fstab potrebbe essere simile a questo

Bene, ora concentriamoci sull'ultima riga, quella che a destra riporta la stringa errors=remount etc
ciò che dovremo fare è aggiungere due opzioni precedentemente alla parola "errors" che sono le seguenti

discard,noatime,

Prestiamo MOLTA attenzione a questo passaggio, il vostro fstab potrebbe essere diverso da quello sopra ed avere già l'opzione noatime attiva, in tal caso va aggiunta la sola voce
discard,

Importantissima la presenza della virgola, non utilizzare spazi ne maiuscole, il vostro fstab alla fine dovrà apparire così

Verificate attentamente che tutto sia a posto, salvate, riavviate il computer per rendere attiva la modifica, fatto!

A presto






1 commento:

  1. Ciao Mauro, sono anch'io un utente di Elementary OS e volevo condividere con te, e con chi ha intenzione di installare questa ottima di distribuzione, di un problema che mi è capitato installandolo sul mio nuovo portatile HP-14ac006nl. Questo portatile ha un disco emmc di soli 32 gb e quindi è d'obbligo avere una SD aggiuntiva per l'archiviazione dei dati. Da "vecchio" utente casalingo di Linux, ho installato il sistema mettendo la partizione di sistema e l'area di swap nel disco emmc e posizionando la partizione "/home" sulla SD. Problemi a non finire con continui "freeze" del sistema con pause estenuanti anche sulle più banali operazioni. Risolto tutto mettendo tutto il sistema sulla emmc e utilizzando la SD come semplice archivio. Spero che la mia esperienza sia di utile a chi incontro lo stesso problema. Ciao

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